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Nasce a Viareggio. Dopo studi artistici ha iniziato a girare il mondo in barca a vela e per molti anni ha guardato a realtà diverse dalla nostra, immagazzinando nella sua anima colori, volti, sguardi, impressioni, mari e luci. Ritornata in Italia ha ripreso a dipingere trasfondendo nelle sue opere tutta la sua esperienza “migrante”, il suo sguardo così personale sul mondo che ha visto viaggiando. Opere che a volte sono oniriche e vagamente surreali, a volte gioiose e giocose, ma tutte unificate dalla forza del colore, molto “fauve”, quasi brutale, personalissimo, di una forza arcaica. Un colore mutuato da una forte esigenza interiore che richiama il bisogno iniziale dell’uomo di esprimere con la pittura e il disegno i propri sentimenti, di catturare i colori della natura e con questi l’essenza stessa della vita. (Claudia Menichini).
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lunedì 29 settembre 2014



Già che sei lì passami la cerata e prepara qualcosa da mangiare
Cucina






La recensione
di Salvo Nugara
Haute Performance al profumo di aglio










Mi accingo a scrivere qualcosa su questo bel libro (la copertina è bellissima) di Silvia Ancillotti senza aver ben capito il perché e quel che è peggio, senza un’idea precisa su come argomentare delle considerazioni. La mia frequentazione di questo sito gode ormai di una buona esperienza , preziosa nell’orientarmi alle scelte sui libri da recensire. Prima di tutto, la mia predilezione per la poesia, la narrazione breve (perché impossibile leggere un romanzo da oltre 200 pagine attaccato ad un video) e alle, volte dei saggi . In questo caso specifico mi sono affidato alla curiosità dettata dal titolo : “Già che sei lì passami la cerata e prepara qualcosa da mangiare” Un titolo non soltanto curioso ma che contiene in se una logicità da scoprire altrimenti si va fuori dal seminato. E qual è questa logicità? E’ tutta dovuta alla convivenza in spazi ristretti e particolari; quelli di una barca, appunto. Dopo aver letto i primi due capitoli e arrivato al terzo debbo dire che finalmente mi sono smosso e vi rimando alla lettura per capire. Il livello prosastico della Ancillotti, già ammaliante e pieno di promesse ha come uno scarto di grande letteratura, intavola un panegirico di ammiccamenti e metafore malandrine da incollarti alla pagina, elenca similitudini a doppio senso e trame immaginifiche su di un personaggio in carne ed ossa e una barca che solca il mare, tutto dentro un incantesimo di atmosfere che mescolano il profumo dell’aglio scaldato nell’olio, alla salsedine e al rumore del mare, al silenzio, creando delle sinestesie meravigliose e permettetemi di dire indimenticabili. E’ raro trovare tale maestria e non fa niente se poi tutta quanta la bravura nel raccontare si perde nei meandri tecnici, se volete, dell’elencazione di ingredienti e ricette, ricette per altro semplici e stuzzicanti, veloci e di facile riuscita, d’altra parte siamo in una cambusa e nella cucina di una barca. E così la barca di Silvia Ancillotti ci “porta” in tanti posti descritti sommariamente ma preziosi e oltre a stimolarci una gran fame ci fa certo venire voglia di partire e questo non è affatto poco. Salvo Nugara  

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